Ricordi, emozioni, attitudini, stimoli sensoriali che nascono dalla biografia di una persona, possono essere utilizzati per approcciare, sostenere, favorire il benessere. La tecnica Snoezelen ne offre un’opportunità.

Il termine deriva dalla combinazione di due termini olandesi: “snufflen” che significa annusare e “doezelen”, sonnecchiare.

Stanza Snoezelen

Il senso sta già nel suono della parola stessa: lo Snoezelen è un’attività rilassante o stimolante, offerta all’interno di un ambiente attraente, adattando l’illuminazione, l’atmosfera, i suoni, gli odori e la consistenza tattile ai bisogni specifici del residente.

Nato in Olanda negli anni ‘70, questo approccio inizialmente è stato rivolto a persone con disabilità cognitiva e di sviluppo, in seguito si è mostrato un efficace intervento nella gestione delle manifestazioni comportamentali difficili e come strumento di comunicazione con la persona fragile e con demenza, attraverso il contatto e la relazione.

All’interno della stanza Snoezelen il materiale viene preparato e adattato per poter generare esperienze multisensoriali che riguardano tutti i sensi:

  • Vista (attraverso immagini proiettate, video, fibre ottiche, tubo a bolle…)
  • Tatto (attraverso massaggi, oggetti con diverse caratteristiche tattili, il letto ad acqua)
  • Olfatto (aromaterapia attraverso un diffusore di essenze che stimolano o leniscono)
  • Udito (musica, gorgoglii dell’acqua, la voce, strumenti musicali)
  • Gusto (assaporare cibi e bevande piacevoli)

Si cerca di creare un ambiente in cui regni la fiducia, il rispetto e l’attenzione verso la persona.

È un luogo piacevole, un rifugio speciale ed unico dove vengono proposti stimoli semplici, basati sulle preferenze sensoriali della persona.

Stanza Snoezelen
Stanza Snoezelen

Snoezelen e multisensorialità

A Casa Tassoni abbiamo creato una stanza dedicata all’attività Snoezelen e due bagni multisensoriali per adattare e armonizzare il più possibile l’ambiente di cura della persona anziana.

I progetti all’interno della Snoezelen room sono gestiti dalle Educatrici che hanno ricevuto adeguata formazione e vengono tutti decisi in sede di unità operativa interna. Includono:

  • Sedute individualizzate con alcune persone, al fine di provare a gestire, in collaborazione con l’intera équipe, i disturbi comportamentali a livello non farmacologico.
  • Incontri di piccolo gruppo per contrastare l’apatia, proponendo stimolazioni sensoriali.
  • Momenti programmati, su richiesta del familiare, in cui l’anziano rimane con il proprio caro all’interno della stanza, allestita e preparata in precedenza in modo da creare un ambiente piacevole, personalizzato, intimo e che stimoli una relazione positiva verbale e/o non verbale.
  • Incontri con anziani della struttura che desiderano autonomamente accedere alla stanza per vivere momenti di benessere e di relax.
  • Accessi programmati rivolti al personale per promuovere momenti di riflessione, di pace e di “stacco” dopo o prima l’azione di cura, riducendo in questo modo lo stress lavoro correlato.

La multisensorialità si sta rivelando un mediatore efficace nella relazione con le persone anziane, in primo luogo perché l’ambiente diventa rilassante e “semplice”.

Si passa, per un tempo della durata media di 15/30 minuti, da un luogo dove si può incorrere in un sovraccarico sensoriale dato dalla presenza del televisore acceso, dal vociare continuo delle persone, dalle richieste che magari non sono sempre comprensibili, dai bagliori o dai rumori improvvisi, per entrare in un’oasi di pace, dove ci si sente al sicuro e non minacciati, dove gli stimoli risultano comprensibili.

Viceversa, il beneficio può avvenire perché si esce da un ambiente di deprivazione sensoriale, di “noia” e di apatia, per conoscere e stare in un luogo di stimolazione positiva, basata sull’interesse e su ciò che crea un circolo di ben-essere e di attività spontanea di scelta.

L’anziano può avvicinarsi a qualunque stimolo proposto e “sperimentare”, toccare, sentire, guardare con attenzione. Verrà accompagnato e rispettato nella libera scelta, anche di rifiutare o di cambiare la situazione, rendendolo il più possibile artefice del suo agire, senza pressione di qualunque genere.

Stanza Snoezelen
Stanza Snoezelen

La nostra esperienza con Snoezelen

Dalla nostra esperienza, uno dei principali vantaggi di questo approccio è la capacità di ridurre i timori di un individuo e di migliorare la fiducia nelle persone vicine.

Snoezelen può essere particolarmente adatta a soddisfare le esigenze del singolo, offrendo stimoli sensoriali pensati e controllabili.

Stanza Snoezelen

L’ambiente facilita una migliore comunicazione (sia verbale che non verbale), durante e dopo l’incontro all’interno della stanza, promuovendo la relazione con i caregiver.

Si registra l’assenza o la diminuzione delle manifestazione di distress durante le sessioni, la riduzione di apatia, oppositività, aggressività e depressione.

La stimolazione multisensoriale può ridurre i comportamenti disadattivi e aumentare quelli positivi, migliorando in questo modo il tono dell’umore.
Nella nostra esperienza abbiamo constatato che ha anche favorito l’addormentamento e il riposo e l’approccio al pasto.

I risultati fino ad oggi da noi ottenuti sostengono quindi l’utilità, a breve termine, dell’utilizzo del trattamento di stimolazione multisensoriale nel ridurre la frequenza complessiva delle manifestazioni di distress.

La tecnica Snoezelen risulta appropriata anche nell’ottica di diminuire l’utilizzo della terapia farmacologica al bisogno, in particolare per quanto riguarda l’aggressività e l’agitazione psicomotoria.

L’esperienza multisensoriale che avviene nella Snoezelen room ci ha permesso anche di “esportare” alcune osservazioni importanti che si sono rivelate utili in diversi momenti di cura verso la persona: ad esempio cogliere durante l’attività in stanza l’efficacia di una stimolazione visiva/uditiva che permette di rilassare una persona, può risultare altrettanto utile nella messa a letto o nei momenti di igiene.

La stessa stimolazione viene ripresentata dall’OSS con l’utilizzo di un tablet anche senza l’accesso in stanza multisensoriale.

Allo stesso modo abbiamo scelto di creare un ambiente multisensoriale anche all’interno del bagno assistito, così da permettere la riproduzione di stimoli piacevoli che rilassano la persona.

In primo luogo abbiamo analizzato e modificato la luce, sostituendo all’effetto neon uno molto più caldo e accogliente, con la possibilità di modificazione cromatica.

Il bagno è stato riordinato, in modo da renderlo un ambiente riconoscibile alla vista, con elementi che rimandano solamente all’azione di igiene e arricchito di immagini piacevoli riguardanti l’acqua.

L’olfatto è stimolato utilizzando saponi o prodotti che sappiamo essere preferiti dalla persona, così come è possibile stimolare il tatto lasciando utilizzare una spugna che, oltre a permettere l’espansione del profumo, facilita l’idea di cura e di autonomia nell’igiene.
Infine lo stimolo uditivo prodotto da musiche scelte con cura in base alle preferenze del nostro assistito.

L’approccio multisensoriale, secondo la nostra esperienza, è un valido supporto nella gestione non farmacologica delle persone con demenza e nell’assistenza in genere perché facilita la relazione ponendo attenzione agli aspetti non verbali e propone un’equilibrata e pensata scelta di stimoli, volti al benessere delle persone.